I sapori italiani sono unici come le sue regioni, un connubio di ricette di cucina tra le più preziose ed uniche, sapori rinomati e conosciuti in ogni luogo sempre realizzati con una unica passione. La cucina regionale italiana vanta innumerevoli contrasti di sapore ideali per accontentare ogni gusto, dal più esigente a quello più popolare.
Tiramisù → tutta Italia (di origine veneta)
Bistecca alla fiorentina → Firenze
La regina della cucina toscana è senza dubbio la fiorentina, la “ciccia” per eccellenza. Per una buona fiorentina occorre che si presti attenzione a due cose in particolare: scegliere un ottimo taglio di carne e cuocerla al sangue… guai chiederla ben cotta! La bistecca alla fiorentina si cuoce sulla griglia sopra una brace senza fiamma, non va bucata con la forchetta e va girata una sola volta, salando la parte cotta prima da una parte poi dall’altra. Servono circa cinque minuti per lato, poi può essere servita con una spolverata di pepe nero macinato e volendo un po’ di limone strizzato.
Il Perseus è il preferito dai fiorentini. Alla Trattoria da Burde, aperta dai primi del Novecento, è una garanzia!
Risotto alla milanese → Milano
Il risotto alla milanese, chiamato anche “risotto giallo” e “risotto allo zafferano”, è il colosso incontestabile della cucina milanese insieme alla cotoletta. Qual è il segreto che rende unico questo piatto meneghino? Sicuramente lo zafferano, che oltre all’ottimo sapore conferisce il colore al piatto, ma anche la cottura del riso che fu una vera e propria rivoluzione quando fu introdotta. Prima il riso si consumava solo bollito, questo invece è saltato in un soffritto di burro, trito di carne, midolla, cipolla, cui si aggiunge progressivamente brodo caldo.
Arancini di riso → Sicilia
Gli arancini di riso sono dei piccoli timballi tipici della cucina siciliana da consumare sia come spuntino sia come antipasto o primo piatto. In Sicilia si trovano ovunque, possono cambiare forma (ovali, a pera, tonde) o dimensione, e contano un centinaio di varianti per quanto riguarda il ripieno, ma la ricetta più classica prevede il ragù e il prosciutto. Si mangiano fritte e rigorosamente con le mani!
Bagna cauda → Piemonte
La bagna cauda è una preparazione a base di aglio, olio extravergine d’oliva e acciughe dissalate, il tutto ridotto a salsa mediante una lunga cottura. È stata presentata la proposta di candidatura all’UNESCO tra i beni immateriali da tutelare come Patrimonio dell’Umanità ed esiste una ricetta tradizionale depositata così come un Bagna Cauda Day, un giorno di festa che celebra il tipico piatto piemontese a base di aglio… molto aglio! Più che un piatto, si tratta di un vero e proprio rito conviviale che prevede la condivisione del cibo attingendolo da un unico recipiente in terracotta chiamato in piemontese diàn o fojòt.
Pasta all’amatriciana → Roma
L’amatriciana è un condimento per la pasta che ha preso il nome da Amatrice, cittadina in provincia di Rieti balzata tristemente alle cronache per il terribile terremoto del 2016. Anche se nata altrove, è considerata un classico della cucina romana e per prepararla occorre guanciale soffritto e sfumato con vino bianco secco, pomodoro e formaggio pecorino. Occhio: non sono previsti né aglio né cipolla e come formato di pasta per l’amatriciana originale occorre usare quello degli spaghetti! Il piatto originariamente deriva dalla gricia, spesso chiamata “amatriciana in bianco”.
Tortellini in brodo → Bologna
Ci si potrebbe spingere a dire che i “turtlein” sono una vera e propria religione nel capoluogo emiliano, tanto che ogni bolognese ha la propria ricetta di famiglia. Pasta rigorosamente tirata a mano (di solito dalle nonne, chiamate “arzdòure” o “rezdora”) e morbido ripieno di carne (lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella, parmigiano, uova e noce moscata) sono gli ingredienti principali. Occhio poi alla forma, alla dimensione, alla quantità del ripieno e al brodo… ci si potrebbe scrivere un trattato sulla combinazione perfetta di tutti questi fattori!
Canederli → Trentino e Alto Adige
canéderli (o Knödel in tedesco) sono quelle polpette preparate con pane raffermo e speck servite asciutte o in brodo. Ne esistono più versioni, ma in linea di massima l’impasto prevede cubetti di pane raffermo, latte e uova, speck (o pancetta) oppure formaggio, prezzemolo e farina. Dall’impasto di tutti gli ingredienti si ottengono delle palle di circa 4–6 cm di diametro che sono poi cotte in acqua salata e servite con il brodo. I canederli possono essere mangiati anche “asciutti”, conditi con il burro fuso e accompagnati da spezzatino, crauti, verza cruda, cicoria selvatica.
Pizza napoletana → Napoli
Riconosciuta ufficialmente come Specialità tradizionale garantita della Comunità Europea e presentata dall’Italia come candidata al riconoscimento UNESCO come Patrimonio immateriale dell’umanità, la pizza napoletana è uno degli alimenti che rappresenta maggiormente l’Italia in tutto il mondo. Quando si parla genericamente di pizza ce ne sono milioni di tipi diversi, ma con l’espressione Pizza Napoletana si intende la pizza con il cornicione, ossia bassa al centro e alta ai bordi. Ogni pizzaiolo custodisce segretamente la formula della pizza perfetta, ma si può affermare che il segreto per una pizza napoletana speciale risiede nell’impasto (farina, acqua, sale e lievito di birra), deve rigorosamente stesa a mano e cotta in un forno a legna. Esistono i più svariati condimenti, ma le pizze più amate dai puristi sono la margherita e la marinara.
Pesto genovese → Genova
Diffidate dalle imitazioni e mettetevi subito in guardia alla dicitura “pesto alla genovese”: il vero pesto genovese (senza “alla”) è quello fatto solo con i 7 ingredienti contemplati dal Consorzio del Pesto Genovese. Basilico genovese DOP, olio extravergine di oliva possibilmente della riviera ligure, Parmigiano Reggiano (con variante Grana Padano), Pecorino (fiore Sardo), pinoli, aglio e sale sono i protagonisti indiscussi della tradizione e guai a provare a sostituire i pinoli con le noci! Questo piatto può essere gustato in Liguria e ancora più interessante sarebbe assistere alla preparazione del pesto come vuole la tradizione: con mortaio di marmo e pestello di legno.