Con lo stop al Cashback di Stato, si affaccia sulla vita degli italiani il nuovo Bonus Bancomat. Un Bonus sostituisce l’altro: stesso fine, molte analogie e qualche differenza. Il Bonus Bancomat si rivolge ai commercianti e ai professionisti che acquistano o noleggiano strumenti per il pagamento elettronico. Si tratta di un contributo senza soglie Isee da rispettare. Analizziamo come funziona!
1)Addio all Cashback
Partiamo con ordine e descriviamo il corposo pacchetto di aiuti alle Partite Iva che compongono il bonus bancomat.
In primo luogo ricordiamo che il Decreto Legge numero 124 emanato nel 2019 stabiliva per le Partite Iva un credito d’imposta, un rimborso per meglio intenderci, che riguardava il 30% del totale delle commissioni applicate sui pagamenti con carta e bancomat accettati.
Il recente Decreto Lavoro e Imprese (art. 1) va a modificare questa precedente normativa così che il credito d’imposta spettante sia pari al 100% dei costi applicati per le commissioni sui pagamenti.
Per farla breve ogni volta che un esercente accetterà un pagamento con carta o bancomat, nell’arco di tempo compreso tra il 1 luglio 2021 e il 30 giugno 2022, non pagherà nessun tipo di commissione, perché l’importo gli sarà restituito per intero attraverso un credito d’imposta.
2)Bonus bancomat e il POS
La seconda agevolazione inclusa in questo generoso bonus bancomat è un credito d’imposta che invece, per un massimo di 160 euro, offre un rimborso, sempre alle Partite Iva, se queste scelgono dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 di munire la propria attività di un POS e iniziare ad accettare i pagamenti elettronici.
Per quanto riguarda i costi coperti sono ammesse le spese per noleggio, acquisto e installazione del POS.
Soltanto che in questo caso il rimborso non sarà completo, ma sarà assegnata una percentuale che viene calcolata tenendo conto del fatturato dichiarato nel precedente periodo d’imposta, ovvero:
- se il fatturato non supera i 200.000 euro, il rimborso sarà del 70%;
- se il fatturato è compreso tra 200.000,01 e 1 milione di euro, il rimborso sarà del 40%;
- se il fatturato supera 1 milione di euro ma è inferiore a 5 milioni di euro, il rimborso sarà del 10%;
- se il fatturato supera i 5 milioni di euro non spetta alcun rimborso.
3)Bonus bancomat, il più generoso dei crediti d’imposta da 320 euro
Veniamo all’ultima agevolazione e si tratta sempre di un credito d’imposta che però verrà assegnato alle Partite Iva che nel 2022 sceglieranno di installare casse di nuova generazione, cioè con un sistema che in modo automatico archivia e invia i dati fiscali.
Anche in questo caso sono ammesse non solo le spese di acquisto e noleggio, ma anche quelle per collegamento e installazione.
Questo credito d’imposta come funzionamento è del tutto simile al precedente, ma molto più generoso, poiché i fatturati entro un determinato limite avranno un rimborso completo, per gli altri viene sempre stabilita una percentuale che corrisponde alle ultime entrate dichiarate:
- se il fatturato non supera i 200.000 euro, il rimborso sarà del 100%;
- se il fatturato è compreso tra 200.000,01 e 1 milione di euro, il rimborso sarà del 70%;
- se il fatturato supera 1 milione di euro ma è inferiore a 5 milioni di euro, il rimborso sarà del 40%;
- se il fatturato supera i 5 milioni di euro non spetta alcun rimborso.