Il cibo in Africa è l’elemento base di un rituale di comunione, un’occasione per esprimere valori e simboli della tradizione.
Mangiare e bere insieme vuol dire celebrare la vita. Celebrare la vita è incorporare frammenti del suo mistero.
Accostarsi alla cucina africana diventa pertanto un gesto altamente culturale, una modalità immediata e simpatica per conoscere e allargare la comunione. Fortunatamente negli ultimi tempi anche a Roma si stanno moltiplicando le opportunità per incontrare l’Africa dei sapori e degli odori.
Il cibo africano varia da regione a regione e molta differenza si incontra tra i paesi della fascia saheliana e quelli della foresta tropicale dell’Africa centrale.
Altri sapori e aromi ci offre anche la cucina del Corno d’Africa.
LA geografia e la cultura
L’Africa si può suddividere in due grandi zone, dal punto di vista etnico: l’Africa del nord, a prevalenza musulmana, e l’Africa centro-meridionale, anche chiamata Africa nera.
Quest’ultima si può ulteriormente dividere in tre zone.
Gli stati del Sahel, di cui fanno parte la Mauritania, il Mali, il Niger e il Ciad. Il Sahel è una immensa area pianeggiante e prevalentemente desertica in cui vivono popolazioni per lo più nomadi e dedite alla pastorizia, che hanno subito pesantemente l’influenza della cultura araba.
L’Africa centro-occidentale, i cui stati più importanti sono Senegal, Guinea, Nigeria, Camerun, Congo e Zaire. Si tratta di un area molto piovosa e ricca di acqua per la presenza di grandi fiumi quali il Niger e il Congo. Qui troviamo la foresta equatoriale, dove si vive di caccia e di raccolta di frutti spontanei; e la Savana, dove si pratica l’allevamento e l’agricoltura.
La cucina africana settentrionale
Quando si parla di cucina africana settentrionale si fa riferimento ad Algeria, Egitto, Liberia, Marocco e Sudan.
La cucina dell’Africa settentrionale è molto antica e le sue radici si trovano nella storia d’Egitto, circa 2000 anni fa; anche in questo caso, comunque, le contaminazioni sono tante e sono dovute soprattutto ai contatti con i popoli che si sono succeduti nella zona più a Nord dell’Africa.
Nella cucina di questa parte del mondo è molto usato il couscous e si utilizzano, come nella migliore tradizione mediterranea, olive e olio di oliva. Gli altri ingredienti utilizzati comunemente sono patate, pomodori, molte verdure, peperoncino e una ricca varietà di spezie. È molto comune, inoltre, l’uso della menta.
Poiché la maggior parte dell’area africana del Nord è musulmana, di in questa zona si consuma solo carne halal.
La cucina Africa meridionale
Questa zona comprende Sud Africa, Botswana, Namibia, Mozambico, Zimbabwe, Zambia e Malawi.
La cucina africana meridionale viene talvolta chiamata cucina arcobaleno per la varietà delle influenze provenienti da culture e da popoli diversi, a partire dagli indigeni africani per arrivare agli europei e agli asiatici. Ne è derivata una cultura culinaria molto complessa e particolarmente ricca. Gli ingredienti di base sono i prodotti ittici, tutte le carni, frutta e verdura fresca, grano e derivati del grano. La frutta, che viene usata spesso anche come dessert, comprende mele, uva, mango, banane, papaia, avocado, arance, pesce e albicocche; esistono però anche dessert ereditati dall’Europa e, in particolare, dalla cucina portoghese.
A tavola, c’è inoltre l’abitudine di consumare bevande alcoliche, alcune tradizionali, altre più moderne; esistono per esempio diverse birre ispirate a quelle prodotte in Europa.
La cucina Africa occidentale
Quando si parla di cucina africana occidentale ci si riferisce a Mauritania, Mali, Niger, Chad, Senegal, Gambia, Guinea-Bissau, Sierra Leone, Liberia, Guinea, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria e Burkina Faso.
Dai contatti con il mondo arabo, la cucina africana occidentale ha ereditato il riso e la cannella, due ingredienti molto usati. Si può notare anche l’influenza della cucina europea nell’uso, per esempio, del pomodoro.
Nonostante i contatti con numerosi popoli, la cucina africana occidentale è comunque sempre rimasta legata alle proprie tradizioni e non è mai cambiata molto nei secoli.
Le Bevande
Anche tra le bevande le più diffuse sono quelle di frutta: il latte di cocco, il succo di tamarindo, il succo di maracujà.
Tra quelle alcoliche troviamo il vino di palma, la birra di miglio o di banana, i forti distillati della canna da zucchero, il delicato idromele (miele diluito e fermentato), i dolci liquori a base d’arancia, il punch di cocco, il myess “vino di miele” oppure il thalà di cereali fermentati, eccetera.
Ultimamente si stanno affermando per la loro qualità i vini sudafricani, ma troviamo tanti altri vini provenienti dallo Zimbabwe, dalla zona del Kilimangiaro e dal Kivu congolese.
Un discorso a parte merita la birra, sia per l’ottima qualità che per l’abbondanza delle varietà. Oltre alla birra di miglio, esistono anche birre locali a base di mais.
I Dolci
La maggior parte dei dolci sono a base di frutta: banane, goyaba, cocco…
Sono molto buoni anche i dolci fritti con farina di grano, oppure con le banane presenti nelle feste tradizionali e lungo le strade delle città e dei villaggi.