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Cervelli in fuga dalla cucina

cervelli in fuga

 Si parla molto della fuga dei cervelli.(non si parla mai di schiavismo autorizzato dal governo italiano,grazie alle agenzie di somministrazione si attacca spesso il reddito di cittadinanza,perché secondo alcuni imprenditori è giusto lavorare per meno di 500€,facile lamentarsi dei ragazzi condannati in un italia senza futuro)Ma ad andarsene non sono solo i giovani ingegneri o i neolaureati in economia. Anche molti chef fanno le valigie. Spesso si tratta di under 30 che, dopo aver maturato alcune esperienze in Italia, decidono di andare all’estero.

I motivi sono tanti. In primo luogo, nella cucina, l’italianità  rappresenta un valore aggiunto. I cuochi nostrani sono ricercati e ben pagati. E’ difficile indicare delle cifre poiché le variabili in gioco sono molte (il ruolo ricoperto, le caratteristiche della struttura, la località). In linea di massima, oltrefrontiera un giovane chef può guadagnare tra il 25% e il 50% in più che qui.

In seconda battuta vi è un tema di crescita. Da noi è più difficile raggiungere ruoli apicali sia perché la competizione è elevata sia perché il ricambio generazionale non è sempre fluido. Per contro all’estero – soprattutto in Oriente (esperienza personale comprovata)– i percorsi di carriera sono rapidi e le opportunità di avanzamento frequenti.

Infine, ma non meno importante, vi è la questione delle risorse. Per chi decide di mettersi in proprio scovare degli investitori non è mai semplice. Tuttavia, in Italia, se non si è già noti, è quasi una missione impossibile mentre in altri paesi (come gli Stati Uniti o la Cina) si possono trovare imprenditori disposti a rischiare.

Ovviamente chi decide di migrare va incontro anche a problemi e difficoltà.Occorre adattarsi a un contesto e a una cultura diversi, imparare una nuova lingua, costruire una cerchia sociale, di relazioni.

Lavorare all’estero: una grande sfida con tante opportunità

Quella di lavorare all’estero è una scelta che racconta quanto si è determinati a trovare la propria strada nella vita, ed è un’opportunità che in molti, giovani soprattutto, prendono in considerazione, sia per esperienze professionali a breve termine che con l’intenzione di un vero e proprio cambio di vita. Per trovare lavoro all’estero però è bene tenere in considerazione alcuni fattori che differenziano il mercato del lavoro italiano da quello di altri paesi, ed è necessario sapere come muoversi in un contesto culturale diverso. La tua esperienza di lavoro all’estero inizia anche con un’adeguata preparazione e con gli strumenti quali curriculum e lettera di presentazione. Sei pronto?

Cosa devi sapere prima di cercare lavoro all’estero

Per lavorare all’estero, le cosiddette hard skill, ovvero le competenze “forti” quali titolo di studio ed esperienze lavorative pregresse, non sono molto spesso sufficienti. Fondamentale, naturalmente, è possedere in parallelo una conoscenza fluente della lingua del Paese in cui ci si vuole trasferire e dell’inglese, da migliorare magari con corsi, letture, aggiornamenti e un training intensivo nei mesi che precedono la partenza. La lingua inglese è parlata in modo corrente in alcuni paesi, essendo adottata come lingua comune a livello internazionale. In questo caso potrebbe non essere indispensabile conoscere in modo approfondito la lingua locale (anche se certamente è un plus!).

Da dove iniziare per lavorare all’estero

Quali sono i primi passi da muovere per trovare lavoro oltre confine? Naturalmente, per non lanciarti “alla cieca”, dovrai conoscere bene la tua futura destinazione professionale e munirti dei tuoi migliori alleati per risultare interessante alle aziende (ovvero CV e cover letter).

Ecco quali azioni ti consigliamo di intraprendere per trovare lavoro all’estero:

  • studiare il mercato di riferimento per individuare in quali Paesi sia più appetibile e richiesto il proprio profilo. Se hai già una destinazione preferita, studia i trend di recruiting locali, cerca di capire quali informazioni vengono considerate come più rilevanti sul CV (skill, esperienze, formazione?) e quali tipologie di colloquio sono più comuni.
  • individuare le aziende in cerca di candidati e le opportunità di lavoro attivesu siti aziendali (nella sezione Careers), portali, siti di agenzie per il lavoro, sezioni dedicate sui siti degli atenei stranieri, senza trascurare la ricerca di lavoro tramite social e professional network
  • riprendere la rete di contatti personali, gli ex colleghi e i professionisti anche internazionali conosciuti nel corso di precedenti esperienze formative e professionali, perché possono costituire un importante bacino al quale attingere per conoscere offerte in linea con il proprio profilo.
  • Una volta individuate le offerte di lavoro attive e le aziende in cerca di candidati, occorre scrivere un CV in inglese e una lettera di presentazione in inglese da allegare alle candidature. Ricordati di informarti sul format di curriculum più diffuso nel tuo paese di destinazione.

Siti da consultare per trovare lavoro all’estero

Sei a corto di idee? Vuoi conoscere in modo approfondito i trend del tuo paese di destinazione? Ecco alcuni portali per avere informazioni più che affidabili su tendenze di lavoro all’estero, consigli e approfondimenti:

  • voglioviverecosi (blog dove trovare consigli e informazioni per il trasferimento all’estero)
  • Eures (portale europeo per la mobilità professionale)
  • Cliclavoro (portale del Ministero de Lavoro e delle Politiche Sociali)
  • Your First Eures Job (progetto legato a Eures e patrocinato, tra gli altri, dal Ministero del Lavoro)

Approfondimento sulla realtà del Reddito di Cittadinanza nella ristorazione che offre dignità 

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