Carta forno per alimenti: quando e come si usa per evitare rischi di tossicità
Una guida sulla carta forno per alimenti: quando e come si usa per evitare rischi di tossicità.
Con il suo trionfale ingresso in cucina, si è potuto dire definitivamente addio alla procedura d’imburrare gli stampi da forno. Stiamo parlando di sua altezza la “carta forno”, ovvero quella carta impermeabile, antiaderente di colore diafano, per lo più, usata per cuocere i cibi in forno. Ma come accade spesso per le prime donne, non è facile, nemmeno per la carta forno, mettere insieme tutti i pezzi del mosaico che la rendono più “diva” delle altre carte ad uso alimentare. Con questo excursus vedremo di approfondire il tema “carta forno per alimenti: quando e come si usa per evitare rischi di tossicità”.
Gli ingredienti di cui si compone la carta forno
Come si accennava, la carta è da tutti come base su cui stendere i cibi in cottura al forno o al microonde. Ma nessuno sa bene di cosa sia composta. E le etichette spesso non sono di nessun aiuto in tal senso, visto che è possibile leggere le modalità di utilizzo, ma quasi mai la “componestica”. Stando a quanto dichiarato da una tecnologa alimentare, nel settore delle carte in genere, viene seguita una raccomandazione tedesca ed un decreto nazionale.
Nella raccomandazione tedesca, si riportano, in particolare, i limiti composizionali, ovvero quali e quante materie prime possono essere impiegate, tra materiali fibrosi e riempitivi e quali componenti aggiuntivi, come leganti e sbiancanti, possono essere utilizzati. Questioni di non poco conto, dato il contatto diretto tra la carta e gli alimenti, per di più in presenza di temperature elevate. Ed infatti il livello di temperatura costituisce il fattore a cui prestare la massima attenzione.
Carta forno per alimenti: quando e come si usa per evitare rischi di tossicità
A leggere bene le etichette e le indicazioni per l’uso della carta forno, tutti i produttori sono tenuti a riportare i limiti di temperatura da non superare. Nel caso di specie, la temperatura massima che la carta forno tollera è di 220 gradi. Livello che scenderebbe sensibilmente in caso di utilizzo di forni a microonde, dove la temperatura massima tollerata è di 150 gradi.
Ma cosa accade laddove si sottoponesse per tempi prolungati la carta forno a temperature superiori di quelle anzidette? Stando a quanto dichiarato dalla tecnologa alimentare, la carta forno non sarebbe più in grado di mantenere la sua integrità. Con il conseguente rischio di trasferire sugli alimenti sostanze non gradite. Per cui alle prime avvisaglie di annerimento della carta, spia del superamento della temperatura tollerata, potrebbe cominciare il rischio di contaminazione dei cibi.
Quale normativa
Da brava “fuoriclasse”, la carta forno sembra sfuggire ad una normativa comunitaria. Gli stati che comunque più vigili in tal senso sono oltre all’Italia, Francia, Belgio, Germania, e Olanda. In altri termini, chiunque metta in commercio questa carta sul nostro mercato, è tenuto a certificare che il prodotto contiene solo sostanze ammesse dalla legge per il contatto con gli alimenti.
Per cui, in caso d’incertezza tra le varie marche da acquistare, sarebbe preferibile evitare provenienze “strane”. In caso poi di particolare predilezione per i prodotti bio è bene sapere che è in circolazione pure una carta forno naturale, dalla “carnagione più olivastra”. Ad ognuna la sua “miss” preferita: diafana o bruna!
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